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RED BULL, MONSTER, BURN…. GLI ENERGY DRINK SONO SEMPRE PIÙ DIFFUSI, MA L'ALLERTA RIMANE ALTA PERCHÉ I RISC

2019-11-25 14:01

Admin

Rassegna stampa, REDAZIONALI,

RED BULL, MONSTER, BURN…. GLI ENERGY DRINK SONO SEMPRE PIÙ DIFFUSI, MA L'ALLERTA RIMANE ALTA PERCHÉ I RISCHI ESISTONO

Gli energy drink, sono sempre più popolari, soprattutto tra i giovani che li usano come stimolanti quando devono affrontare sforzi fisici o mentali.

Gli energy drink, sono sempre più popolari, soprattutto tra i giovani che li usano come stimolanti quando devono affrontare sforzi fisici o mentali. Ma le istituzioni sanitarie in tutta Europa lanciano l’allarme: possibili effetti collaterali.Il Ministero della salute francese nel proprio sito internet ricorda che queste bibite non sono altro che degli stimolanti del sistema nervoso, e quindi vanno consumate con cautela.Le indicazioni principali sono:- Utilizzo riservato esclusivamente agli adulti, sconsigliato alle donne incinte e agli sportivi.- Moderare i consumi e seguire le indicazioni in etichetta. Non bere più di 125 ml al giorno (mezza lattina) se le bevande contengono combinazioni di caffeina, taurina e D-glucuronolattone ad alte dosi.- Questi ingredienti possono causare un’ipereccitabilità, irritabilità, nervosismo e un aumento dell’ansia. Non dovrebbero mai essere associati ad alcol, farmaci o sostanze che agiscono sul sistema nervoso centrale o che hanno effetti neurologici. Anche in Italia c’è una certa attenzione verso queste bevande da parte delle istituzioni. L’ AUSL di Reggio Emilia pubblica nel sito un documento su queste bibite stimolanti e sui rischi. Ecco i punti fondamentali.
Energy drink: una moda innocua? Negli ultimi anni si è registrato un aumento consistente del consumo di bevande energizzanti o energy drinks. In Italia, tra le più note ricordiamo Red Bull, Burn, Tiger Shot, Red Devil, Drinkoof. Si tratta di bevande disponibili in lattine, spesso addizionate di anidride carbonica, con elevate concentrazioni di caffeina (tra gli 80 e i 200 mg), a volte associata ad altri stimolanti, come guaranà o ginseng. In alcune sono presenti altre sostanze (es. taurina, D-glucuronolattone) che vantano effetti tanto "impressionanti" (es. inotropi e neurotrofici, miglioramento della memoria o della capacità di concentrazione) quanto non documentati.

Una lattina contiene mediamente l’equivalente di 9 zollette di zucchero, un apporto calorico non trascurabile per chi è in sovrappeso. La caffeina e gli altri ingredienti, se valutati singolarmente e assunti in modica quantità, non risultano pericolosi, ma possono diventarlo laddove assunti in dosi elevate o mischiati ad alcool. Per la caffeina rimane sempre il problema della grande variabilità della risposta individuale, che può tradursi in un eccessivo aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa nei soggetti più sensibili. L’associazione dei cardiologi americani (American Heart Association) allerta sulla comparsa di questi eventi cardiovascolari in caso di assunzione di più di 2 lattine al giorno per una settimana. Gli energy drink stanno diventando i protagonisti di un nuovo modo di consumare alcool tra i giovani perché vengono abbinati in cocktail. In questo modo si mantengono gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcool e si limitano gli effetti sedativi e i sintomi sgradevoli (mal di testa, calo dell’attenzione, rallentamento dei riflessi). Il mix è micidiale perché può dare l’illusione di attenuare la sonnolenza indotta dall’alcool, anche se la concentrazione ematica non diminuisce. Questo altera la capacità di percepire il proprio stato di ebbrezza, e la riduzione dei sintomi sgradevoli dell’alcol porta ad aumentarne l’assunzione in un pericoloso circolo vizioso. Dopo il boom in discoteche e locali notturni, gli energy drink stanno pian piano sostituendo la classica tazzina di caffè al bar per combattere la fatica. Un ultimo, e non meno importante, aspetto che richiede attenzione riguarda l’utilizzo nella fascia adolescenziale, per aumentare le prestazioni sportive, sottovalutando i rischi potenziali.


tratto da: http://www.ilfattoalimentare.it

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