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ACQUA ALCALINA

Contrastare i processi di ossidazione

L'acqua alcalina ionizzata, che contrasta acidosi del nostro corpo grazie al suo pH basico, con proprietà antiossidanti, fortemente idratante in quanto microstrutturata, con maggiori quantità di ossigeno e ricca di minerali biodisponibili, è una acqua viva, energizzante, che va spillata e consumata fresca entro pochi giorni: ecco perché non la troverai mai imbottigliata negli scaffali del supermercato. L'assunzione regolare di acqua alcalina costituisce, come già detto, un presidio naturale contro la acidosi che è all'origine di molte patologie. Essendo infatti il nostro corpo costituito al 70% di acqua, È ben comprensibile come sia necessario mantenere ogni cellula perfettamente idratata e con il pH in equilibrio. Per mantenere una salute ottimale serve un'acqua pura, alcalina (pH superiore a 7, l’ideale è fra 8,50 e 9,50), carica di elettroni “negativi" (cioè antiossidanti) e con una struttura molecolare ideale.


L'acqua in bottiglia non ha generalmente un pH sufficientemente elevato (o è addirittura "acida"), ma, soprattutto, è un’acqua "morta", resa tale per poter essere "conservata" per lungo tempo. L'acqua che esce dal rubinetto di casa avrebbe in teoria caratteristiche migliori, ma spesso è "danneggiata" dalla presenza di cloro o dall'attraversamento di vecchie tubature… Inoltre l'acqua dell’acquedotto è "pesante" con raggruppamenti di molecole (i cosiddetti "cluster") molto grandi (anche 15/18 molecole) che la rendono difficilmente assorbibile.

Questo concetto, spesso sconosciuto o sottovalutato, e invece di fondamentale importanza, perché anche una acqua di buona qualità non sarebbe funzionale alla nostra salute se non idratasse i nostri tessuti e le nostre cellule in modo ottimale. Utilizziamo una similitudine, immaginando singoli acini d’uva che poi si raggruppano per formare grappoli più o meno grossi; così avviene con le molecole dell’acqua, che non “viaggiano" mai da sole, ma si uniscono in questi “cluster”. Il processo di ionizzazione "rompe" questi cluster formando piccoli gruppi di 5-6 molecole, permettendo così a quest'acqua microstrutturata di idratare, apportare ossigeno e rifornire di sali minerali le nostre cellule nel migliore dei modi.

Il perdurare di una condizione "acida" può costituire "terreno fertile" per patologie anche gravi come artrosi, osteoporosi, malattie cardiovascolari, forme tumorali; un dato di fatto che l'infarto si sviluppa in un ambiente fortemente acido; le cellule sane sono leggermente alcaline al contrario di quelle malate, che poi si sviluppano se trovano un ambiente "acido" e con poco ossigeno.

 

 

 

 

NoI respiriamo ossigeno, non potremmo vivere senza di esso, è un "carburante" eccezionale per il nostro corpo che però lascia dei residui, i cosiddetti "radicali liberi”. Un radicale libero è una molecola o un atomo che manca di un elettrone, e che cerca di ritornare in equilibrio "rubando" all'atomo vicino l'elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo crea altre molecole "instabili", con una reazione a catena che "ossida" le cellule e può arrivare a danneggiare anche il DNA. L'ossidazione è una delle cause dell'invecchiamento: come quando tagliamo una mela e la lasciamo sul tavolo, dopo poco tempo diviene scura.

 

In chimica, l'aggiunta di un elettrone viene chiamata "riduzione" mentre la sottrazione di un elettrone è appunto la “ossidazione"; l'acqua alcalina ha un ORP (oxidative reduction potential, espresso in mV) negativo, dispone cioè di tanti elettroni liberi da "cedere" per contrastare e bloccare l'azione dei radicali liberi. Tutti gli altri tipi di acqua “acquedotto, acqua in bottiglia…) registrano valori dell’ORP positivi, sono quindi ossidanti (acquisiscono elettroni ed ossidano le altre molecole); sono acque che non hanno energia, anzi, a volte la sottraggono al nostro corpo. L'acqua alcalina ionizzata è invece energizzata, ricca di ossigeno ed è l'unica acqua fortemente antiossidante (un ORP dai -250mV ai -400mV a seconda dell'acqua in entrata).

LE ACQUE ALCALINE SONO TUTTE UGUALI?…

Dal punto di vista chimico, un qualsiasi pH superiore a 7 è alcalino (o basico), quindi la maggior parte delle acque che possiamo avere a disposizione (acquedotto, acquistate al supermercato, etc.) sono "alcaline".

La domanda sopra è quindi certamente retorica: se ci avvaliamo di dispositivi domestici per l’acqua alcalina, è intuitivo comprendere come acque con un pH comunque basico possano essere profondamente diverse fra loro.

Naturalmente il primo pensiero va alla gradazione del ph: diviene intuitivo ritenere che la differenza fra una acqua alcalina tale dal punto di vista "chimico" ed un'acqua alcalina "vera", consista in un pH diverso, ovviamente più elevato.

Può sorprendere allora la risposta: le caratteristiche fondamentali che rendono una acqua alcalina “vera" (intesa come funzionale al nostro organismo) sono altre: il pH più elevato può essere un ulteriore elemento di una certa importanza, oppure una "logica" conseguenze di caratteristiche  di base dell'acqua di un certo tipo.

 

 

Ma quali sono allora gli elementi imprescindibili per una "vera" acqua alcalina?

 

Vogliamo individuare almeno due "pilastri" e, per giungere alla risposta, dobbiamo partire da due domande che sono allo stesso tempo considerazioni.

- La prima: l'acqua alcalina è un fenomeno naturale, dobbiamo quindi chiederci quali solo le caratteristiche di quelle acque di fonte, che da sempre donano "qualità della vita" a coloro che hanno la fortuna di beneficiarne quotidianamente. 

- La seconda: il nostro obiettivo è contribuire, con la tipologia di acqua più indicata, al raggiungimento di un buon equilibrio acido-base all'interno del nostro organismo, quindi la valutazione deve essere sull'insieme delle caratteristiche che la “vera" acqua alcalina deve avere.

Aggiungiamo una terza considerazione: se per raggiungere un buon equilibrio acido-base dobbiamo ridurre l'acidosi, quindi eliminare nel modo più efficace le scorie acide determinate da vari fattori (alimentazione, stress, radicali liberi, etc.), dobbiamo valutare quale è l'acqua più “efficace” in tal senso, e la risposta è: una acqua sì alcalina, ma anche (e soprattutto) "ionizzata", cioè con quella leggera carica negativa che fa eliminare più facilmente le scorie acide (caratterizzate da cariche positive).

Per non generare confusione in chi ci legge, in questo articolo vogliamo porre le basi per far comprendere quali sono i "pilastri" fondamentali da considerare, per coloro che desiderano disporre a casa dell’acqua “migliore possibile” per il nostro equilibrio acido-base, e quindi per il nostro benessere.

Un primo" pilastro è quindi la "ionizzazione", determinante per l'eliminazione delle scorie acide, per fornire una acqua idratante e per caratterizzare in certi casi questa tipologia di acqua come “antiossidante".

 

 

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Non vorremmo, a questo punto, far intendere che la gradazione del pH non abbia alcun rilievo: elevare il pH dell'acqua può essere ritenuto importante, soprattutto in certe situazioni; oppure, secondo molti naturopatia, alternare periodi con un pH della più elevato ad altri con un pH comunque sempre alcalino, ma non necessariamente alto, potrebbe rappresentare una soluzione ancora più efficace. Ma se abbiamo definito un "pilastro" imprescindibile la ionizzazione ancor prima della alcalinizzazione, lo si deve non solo alle caratteristiche intrinseche della ionizzazione stessa, ma anche ad una motivazione molto semplice: un’acqua può essere “alcalina” e non “ionizzata”  (anzi, non lo è praticamente mai se non disponiamo di un sistema di ionizzazione), mentre invece se un’acqua è “ionizzata” è “per forza” anche "alcalina"…

Le fonti e sorgenti naturali più importanti di acqua definita genericamente “alcalina”, si caratterizzano quindi per un'acqua non solo estremamente"viva" e ricca di ossigeno, ma anche ionizzata grazie al "contatto" con particolari rocce e minerali.

A questo punto però, si chiederà chi ci sta leggendo se un “pilastro” è costituito dalla ionizzazione, e se consideriamo, in linea di principio, la alcalinizzazione come possibile complemento della ionizzazione stessa, dove ritroviamo il "secondo" pilastro?

Rileggendo le righe sopra, Lo abbiamo citato ripetutamente, semplicemente non c'e ne siamo accorti perché lo diamo per "scontato" senza ricercarne i "veri" valori. Ritorniamo all'esempio della natura, alla presenza di "fonti di acqua alcalina con caratteristiche di…"

… Il termine "fonte" o "sorgente", non vuole e non deve, in questo ambito, significare solamente l'elemento od il luogo in cui sgorga questa acqua preziosa. Il termine "fonte" indica un'acqua che ha determinati requisiti proprio perché -scusate il gioco di parole- è "acqua di fonte”, con caratteristiche bene delineate e riconoscibili.

Una "acqua di fonte" ha una propria "memoria", una propria "energia", peculiarità che la rendono ”unica"…
(vedi biodinamizzazione).

 

 

 

Riepiloghiamo in conclusione, i principali concetti espressi: 

- la dizione "acqua alcalina" è generica e riduttiva, è corretto parlare di acqua alcalina ionizzata;

- se volessimo utilizzare una sintesi, allora più di acqua alcalina dovremmo parlare di "acqua ionizzata”

- non è una semplice diatriba linguistica: infatti un'acqua ionizzata è certamente anche alcalina, mentre viceversa una acqua può essere alcalina ma non ionizzata;

- se ricerchiamo l'acqua migliore per il nostro equilibrio acido-base, dobbiamo sapere che un pH basico se non accompagnato da almeno una base di ionizzazione ha una incidenza modesta o addirittura nulla sulla eliminazione delle scorie acide;

- la ionizzazione costituisce quindi un vero “pilastro" nella ricerca della migliore acqua per il nostro benessere;

- la ionizzazione ci fornisce una qua "viva", con caratteristiche simili a quella delle migliori fonti presenti in natura; ma solo con la biodinamizzazione possiamo risalire alla ”vera“ acqua di fonte: consideriamo quindi (assieme alla ionizzazione) la biodinamizzazione come l’altro "pilastro" imprescindibile per la nostra sorgente domestica.

METODOLOGIE DI ALCALINIZZAZIONE E DIVERSITA' DEI pH

 

Come sottolineato precedentemente un pH basico può risultare utile al nostro equilibrio acido-base, solamente in un contesto di acqua “viva”, ionizzata e , se possibile, anche biodinamizzata.

Facciamo ora un passo ulteriore e poniamoci  questa domanda; in un contesto di acqua ionizzata, tutte le “possibili” tipologie di pH possono considerarsi equivalenti, oppure possiamo avere un pH “migliore” di un altro?

Anticipiamo che quando parliamo di possibili tipologie, non ci riferiamo ad una diversa gradazione di pH, ma alla presenza (o meno) di determinati minerali. 

Serve però ora una premessa tecnica, che comunque semplificheremo al massimo. Conosciamo tutti la formula H2O dell’acqua, una forma “indissociata” che ad esempio è pressoché totalitaria in un’acqua distillata che, non a caso, è un pessimo conduttore di elettricità.

Quando abbiamo una ionizzazione dell’acqua, si creano ioni idrogeno H+ e ioni idrossido OH-; se abbiamo un “equilibrio” fra H+ ed OH- l’acqua è neutra, la soluzione acquosa diviene basica quando prevale la concentrazione la concentrazione di OH- (viceversa abbiamo un pH acido se prevalgono gli H+).

Senza addentrarsi nei meandri dei processi chimici, anche intuitivamente si comprende come la presenza di minerali “alcalini” sposta l’equilibrio verso la basicità; ad esempio, le acque di rete ricche di calcare (carbonato di calcio) hanno sempre un pH basico.

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I principali minerali alcalini sono:

 

Calcio (Ca), Magnesio (Mg), Sodio (Na) e Potassio (K): quando sopra parlavamo di “diverse” tipologie ci riferivamo al diverso “equilibrio” di questi minerali che possiamo ritrovare in acque ugualmente basiche come gradazione del pH. Il termine “chiave” per esprimere un giudizio su acque egualmente basiche e ionizzate è quindi “equilibrio”, quello che possiamo avere (o non) fra questi minerali alcalini.

 

Il termine “chiave” per esprimere un giudizio su acque egualmente basiche e ionizzate è quindi “equilibrio”, quello che possiamo avere (o non) fra questi minerali alcalini. Applichiamo questo concetto alle diverse tipologie di alcalinizzazione che possiamo prendere in considerazione:

 

ELETTRICITA’ ED ELETTROLISI

In questo caso si tende a “dividere” gli ioni positivi da quelli negativi (ecco perché gli ionizzatori che utilizzano elettricità hanno sempre due “uscite”). In Italia però abbiamo acque di rete spesso molto calcaree, gli ioni negativi riguardano soprattutto il carbonato di calcio (cioè il calcare) ed otteniamo quindi un forte “sbilanciamento” in tal senso: acqua alcalina sì, ma spesso “dura” e calcarea…

 

METODOLOGIA NATURALE

Nella metodologia naturale l’alcalinizzazione avviene soprattutto tramite “schegge” di rocce magnesiache, e questa cessione ionica porta ad un certo “riequilibrio”. In termini concreti, anche in presenza di acque di rete calcaree, la presenza globale di sali non muta, ma diminuiscono i valori di Calcio (che diminuisce) a favore del Magnesio (che aumenta), e questo è un indubbio vantaggio rispetto all’elettrolisi.

 

ACQUA ALCALINA IONIZZATA A BASSO RESIDUO FISSO

E’ l’evoluzione della metodologia naturale, un sistema preventivo di purificazione ad osmosi, con successiva alcalinizzazione (e ionizzazione) a metodologia naturale. Rispetto alla comunque valida metodologia naturale “semplice”, otteniamo due ulteriori “plus” evidenti:

- residuo fisso notevolmente più basso (potremmo dire che è stato tolto il calcare “in eccesso”…);

- eliminazione di tutte le possibili problematiche (residuo fisso, calcare, inquinanti particolari presenti in determinate zone…) relative alla tipologia di acqua entrata.

 

CONCENTRATI ALCALINI

Impiegati come “equilibrio”, i concentrati liquidi alcalini (gocce da aggiungere all’acqua) sono certamente validi, in alcuni casi (anche per la presenza di ulteriori oligoelementi) possono considerarsi integratori. L’aspetto meno “forte” dei concentrati risiede nella ionizzazione, ma questo è un altro aspetto, qui abbiamo esaminato il diverso “equilibrio” che possiamo avere nelle diverse metodologie di alcalinizzazione.