Come si svolge la consulenza
Non potendo essere svolta di persona, ma solo tramite strumenti tecnici che riducano per quanto possibile le distanze “fisiche”, la consulenza nutrizionale online si basa sulla compilazione del modulo della privacy e del modulo su cui il paziente dovrà riportare peso e altezza, la propria anamnesi generale e le abitudini alimentari.
Una volta spediti via mail i suddetti moduli, verrà concordato l’orario delle visita via Skype o Whatsapp, nelle quale oltre al colloquio verranno date indicazioni su come effettuare le misurazioni antropometriche.
A seguito del colloquio dovrà essere effettuato il pagamento mediante bonifico o PayPal (accedendo al carrello) e una volta ricevuto l’accredito, il paziente riceverà in circa 2/3 giorni il piano nutrizionale personalizzato.
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ACQUA... LEGGERA
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Valutiamo la nostra acqua
"Acqua leggera" viene ritenuta nell'immaginario generale un'acqua con un basso residuo fisso, ciò grazie al marketing delle acque in bottiglia che nella loro pubbblicità associano quasi sempre i due concetti.
L'acqua dell'acquedotto (quasi sempre in Italia ricca di calcare) che viene percepita "pesante" quando si beve, ne sarebbe la classica controprova. Se però prendiamo la stessa acqua di acquedotto e la sottoponiamo ad un processo di ionizzazione, oppure ad un processo di biodinamizzazione, l'acqua viene immediatamente percepita come "leggera": se poi uniamo ionizzazione e biodinamizzazione, aumenta ulteriormente la sensazione di "leggerezza", di gradevolezza e di idratazione.
Che spegazione possiamo fornirci, visto che il residuo fisso è rimasto invariato?
Facciamo un passo indietro: è vero che un'acqua demineralizzata (ad esempio quella delll'osmosi "vecchia maniera") o comunque con un residuo fisso moto basso, viene percepita "leggera" o "liscia": ma la vera "leggerezza" dell'acqua dipende essenzialmente da altri fattori, e per comprenderlo dobbiamo rifarci ai principi ed effetti della ionizzazione e/o della biodinamizzazione.
Esaminiamo allora la IONIZZAZIONE: abbiamo ionizzazione dell'acqua quando diminuisce la tensione Redox (che si esprime in mV e ci informa del potenziale di ossidazione o di riduzione dell'acqua stesssa).
Qualsiasi tipologia di acqua (acquedotto, in bottiglia, osmosi, anche "alcalina" ma non ionizzata...) ha un "valore" Redox nettamente positivo (attorno a +200 circa): se con l'apposito strumento "testiamo" invece un'acqua ionizzata, verifichiamo che il valore espresso in mV tende a scendere e può arrivare ad essere anche nettamente "negativo".
Secondo una "classica" spiegazione, presente ancora nella maggior parte de siti web e dei testi che trattano di acqua alcalina ionizzata, l'effetto è duplice: si crea un'acqua "antiossidante" e l'acqua diventa "leggera" grazie alla rottura dei cluster molecolari. In altri termini, le molecole dell'acqua tendono ad aggregarsi, quindi l'acqua diviene "grossa" e viene percepita "pesante": la ionizzazione "rompe" questi cluster di 20/24 molecole per crearne tanti piccoli, prevalentemente di 4/6 molecole, rendendo così l'acqua "leggera". Questa illustrazione non è in realtà precisa perché è certamente vero che le molecole d'acqua si raggruppano fra di loro, ma in una sequenza velocissima e non in modo "statico" (grandi raggruppamenti che vengono scissi e poi rimangono tali per tempo) come potrebbe far intendere la spiegazione dei cluster sopra esposta.
Acqua di sorgente
Dobbiamo rifarci alla natura ed alle caratteristiche dell'acqua di fonte per fare chiarezza. L'acqua di sorgente ha caratteristiche di "energia" (che è possibile misurare), di vitalità e di idratazione particolari, e la motivazione principale consiste sì nella "organizzazione" molecolare, ma con "procedimenti" diversi rispetto alla teoria dei cluster più o meno grandi. Semplificando un'acqua con le caratteristiche di acqua d fonte (o comunque di acqua "viva") ha una "strutturazione" molecolare ordinata e "coerente" (vengono infatti utilizzati termini come "domini di coerenza), al contrario un'acqua poco vitale o "morta" non contiene alcun "ordine" molecolare.
Ed il residuo fisso?
E' vero che le acque di sorgente spesso sono caratterizzate da basso residuo fisso, ma se potessimo paragonare un'acqua contenuta in una bottiglia con quella appena sgorgata dalla stessa fonte, la sensazione di vitalità, energia e di idratazione sarebbe nettamente diversa... Soffermiamoci sul termine "idratazione": a parità di quantità, un' acqua "viva" è nettamente più idratante rispetto ad un'acqua "morta" anche se con basso residuo fisso; controprova più evidente sarebbe provare a bere l'acqua distillata, non sarebbe né idratante e neppure consigliabile...
La capacità idratante dell'acqua è fondamentale per favorire e/o migliorare i processi del metabolismo cellulare, costituisce quindi uno degli aspetti più importante fra un'acqua "anonima" ed un'acqua con caratteristiche "salutistiche".
Precisazione finale sul residuo fisso: un basso (anche se non bassissimo...) residuo fisso è da molti consigliabile, ma per motivazioni diverse che non riguardano la cosidetta "leggerezza" e la capacità idratante dell'acqua in particolare.
I Radicali liberi
Veniamo ora a quella che è stata sempre considerata la caratteristica peculiare dell'acqua ionizzata, la capacità di contrastare l'azione negativa dei radicali liberi. I radicali liberi sono un atomo od una molecola con un elettrone mancante nell'orbitale più esterno e si creano principalmente come "scarto" del processo di "combustione" dell'ossigeno: vi sono varie altre cause possibili, in ogni caso i radicali liberi più conosciuti sono quelli che contengono ossigeno.
L'instabilità dei radicali liberi, che tendono a sottrarre l'elettrone mancante ad una molecola sana, può creare una “reazione a catena” che nel frattempo può danneggiare le cellule. Il nostro organismo possiede un sistema di difesa per fornire ai radicali liberi gli elettroni mancanti, ma la assunzione di “antiossidanti” è importantissima per compensare eventuali deficit. Ritornando alla nostra acqua ionizzata, si è sempre ritenuto che un processo di ionizzazione che portasse il così detto Orp a negativo, in altri termini un’acqua ricca di elettroni “liberi”, potesse svolgere un ruolo antiossidante grazie appunto alla ”cessione” di questi elettroni per stabilizzare I radicali liberi. Gli ultimi studi stanno evidenziando che invece la funzione “antiossidante” è svolta dall'idrogeno molecolare, chiamato anche idrogeno attivo o biatomico (in quanto la formula H2 esprime una molecola formata da due atomi uguali). È l'idrogeno molecolare che si “combina” con il radicale che contiene ossigeno, inoltre (aspetto che sarebbe ancora più importante) sembra attivare e favorire l'attività dei nostri antiossidanti endogeni (superossido disputassi, catalasi e glutatone quelli principali).
L'idrogeno molecolare
L'idrogeno molecolare è la molecola più leggera e resistente (del resto è un gas), si diffonde con efficacia nei compartimenti subcellulari e riesce così a svolgere il suo ”ruolo” in maniera capillare. Pur conosciuto da tempo, solo dopo il 2007 (ed un articolo pubblicato su Nature Medicine) l'idrogeno molecolare è ritenuto fonte di grande interesse, interesse che - sulla base dei test e delle scoperte sulla sua efficacia - è esponenzialmente aumentato negli ultimissimi tempi.
Chiediamoci allora questo: era quindi sopravvalutato la funzione e l'importanza del processo di ionizzazione? Assolutamente no, in quanto la presenza di idrogeno molecolare nell’acqua è possibile solo se l'acqua è ionizzata: era però sopravvalutata l'importanza del cosiddetto Orp. Si riteneva che l’Orp dovesse essere negativo che la capacità antiossidante dell’acqua fosse proporzionale (più il numero era negativo meglio era…). In realtà, ciò che vale veramente è “come” avviene il processo di ionizzazione: possiamo quindi avere un'acqua sì ionizzata e con un Orp negativo, ma priva di idrogeno molecolare; viceversa, in altri casi anche un processo di ionizzazione “leggero" (con Orp che diminuisce ma che potrebbe addirittura rimanere lievemente positivo), potrebbe determinare la presenza di idrogeno molecolare. Venendo ad esempi concreti, queste ultime determinazioni sanciranno la fine, comunque ridurranno fortemente lo sviluppo, degli ionizzatori "vecchio stampo ad "elettrolisi” (già in difficoltà per il calcare): non lo affermiamo noi, basta osservare il numero crescente di aziende che si affidano a nuove tipologie di ionizzatori per poter sviluppare idrogeno molecolare e che magari criticano pesantemente le vecchie tipologie di ionizzatori: peccato che li proponessero al pubblico fino a poco tempo fa come la migliore soluzione…
Ci si conceda questa ultima frase un po’ "acida", ma la valorizzazione dell'idrogeno molecolare va di pari passo con la meritata rivalutazione della metodologia naturale (che noi seguiamo) per innescare il processo di ionizzazione Ricordiamoci che la metodologia naturale riprende l’esempio della natura, dove la ionizzazione avviene quando l'acqua viene “a contatto" con minerali e rocce particolari: in questo contesto avviene una cessione ionica che determina sia il processo di ionizzazione che la formazione di idrogeno molecolare, fra l'altro in una forma che si rivela notevolmente stabile dell'acqua stessa.