Il kamut è un cereale antico, dal sapore dolce che ricorda la nocciola ed il burro, di aspetto assai simile al frumento di cui probabilmente è un antenato. L’origine del grano kamut risale alle fertili valli mesopotamiche: risulta venisse coltivato in Egitto già seimila anni fa all’epoca delle piramidi. Con la scomparsa della cultura egizia, anche la coltivazione del grano kamut (ka’moet come lo chiamavano gli egizi), fu abbandonato.
Da allora fino a metà del nostro secolo, il grano kamut venne coltivato molto raramente vista la laboriosità della tecnica colturale necessaria. Solamente nel corso degli ultimi trent’anni si è avuta una riscoperta del progenitore delle attuali qualità del grano. Questo cereale presenta caratteristiche nutrizionali assai interessanti. Confrontandolo nei valori medi al frumento, si osserva un tenore in elementi minerali superiore. Importante è il contenuto in selenio, oligoelemento indispensabile ad azione antiossidante. Notevoli anche i fattori vitaminici e superiore è il contenuto lipidico e quindi l’apporto energetico.
Le eccezionali caratteristiche nutrizionali del grano kamut, derivano dal suo straordinario patrimonio genetico, inalterato da millenni.
A differenza delle qualità di frumento oggi più diffuse, il kamut non è mai stato sottoposto a manipolazioni genetiche, selezioni, incroci varietali, mantenendo così intatto il suo gusto ancestrale. Ma la qualità distintiva del kamut è certamente il suo contenuto proteico, superiore del 40% rispetto a quello del frumento. E’ consigliabile inserire il grano kamut nella propria alimentazione, soprattutto nel periodo invernale, poiché è un cereale altamente energetico.